Umidità, climatizzazione e temperatura negli ospedali
Un basso livello di umidità dell’aria influisce sia sul comfort che sul benessere/salute delle persone. Durante il periodo invernale, quando nei luoghi chiusi e riscaldati l’umidità relativa dell’aria scende, aumentano i problemi respiratori e i fastidi a occhi, pelle, naso, bocca.
Bassi livelli di umidità facilitano la propagazione di batteri e virus nell’atmosfera e ciò rappresenta un problema soprattutto in ambienti particolarmente sensibili come ospedali e sale operatorie.
Alti livelli di umidità aumentano il rischio di proliferazione di virus e batteri. Per impedire la propagazione e la proliferazione degli agenti contaminanti biologici, l’umidità dovrebbe idealmente essere mantenuta tra il 40% e il 60% di umidità relativa. Un accurato controllo dell’umidità crea un ambiente confortevole e protegge le attrezzature, fornendo un luogo più sicuro per il personale, per i visitatori ma soprattutto per la salute del paziente.
Secondo le normative europee (Direttiva Europea 2002/91/CE, UNI EN ISO 13790:2008, EN 13779:2008 VDI 6022, DIN 1946-4, D.P.R. 14 gennaio 1997, UNI 11425:2011) gli impianti di ventilazione e condizionamento delle sale operatorie devono assicurare condizioni termoigrometriche ideali per le attività dei medici conciliando anche le esigenze dei pazienti. Un accurato controllo dell’umidità non è quindi solo attributo accessorio, ma un obbligo di legge.